giovedì 13 ottobre 2016

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Da 'il mondo fino a ieri' di jared diamond ((-:

L’alta frequenza dell’allattamento presso i gruppi di cacciatori-raccoglitori ha a sua volta conseguenze sul piano fisiologico. Come già accennato, di regola dopo ogni parto le madri non tornano a concepire per diversi anni, anche laddove abbiano rapporti sessuali: evidentemente in questo tipo di allattamento qualcosa funziona da contraccettivo naturale. Un’ipotesi è quella che viene definita «amenorrea lattazionale»: la suzione provoca nella madre il rilascio di ormoni che non solo stimolano la secrezione del latte, ma che possono anche inibire l’ovulazione. Questa inibizione dell’ovulazione richiede però un costante regime di allattamento frequente, che poche poppate quotidiane non sono in grado di garantire.

L’altra ipotesi è quella della massa grassa critica: per avvenire, l’ovulazione richiede infatti che il livello del grasso corporeo superi una certa soglia critica, e in una società tradizionale dove il cibo non abbonda gli alti costi energetici legati alla produzione del latte fanno sí che la massa grassa della donna in allattamento rimanga sotto quella soglia. Le madri occidentali che allattano e hanno rapporti sessuali possono dunque, diversamente dalle loro omologhe tradizionali, continuare a concepire (sebbene con loro stessa sorpresa) per due ragioni, congiunte o separate: la frequenza delle poppate è assolutamente troppo bassa perché si instauri l’amenorrea lattazionale, e si tratta di soggetti sufficientemente nutriti da restare, nonostante il dispendio calorico dovuto all’allattamento stesso, al di sopra della soglia critica di massa grassa necessaria per l’ovulazione. Se molte donne occidentali istruite hanno infatti sentito parlare dell’amenorrea lattazionale, non tutte sanno che interviene solo con poppate molto frequenti. Poco tempo fa anche una mia amica, che con sua enorme sorpresa ha concepito di nuovo a distanza di pochi mesi dall’ultimo parto, è finita a ingrossare le file delle donne che ancora si ritrovano a esclamare: «Ma io pensavo di non poter restare incinta finché allattavo!»

La frequenza dell’allattamento varia a seconda delle specie. Alcuni mammiferi, tra i quali gli scimpanzé e la maggior parte dei primati, i pipistrelli e i canguri, allattano continuamente. Altri, e tra loro conigli e antilopi in primis, allattano invece in maniera discontinua: mentre va in cerca di foraggio, una mamma coniglio o antilope nasconde il suo piccolo in una tana o in mezzo all’erba, ritorna da lui dopo un lungo intervallo e lo allatta solo poche volte al giorno. In quanto allattatrici continue, le donne dei cacciatori-raccoglitori umani assomigliano alle femmine di scimpanzé e alle scimmie del Vecchio Mondo. Tuttavia questa modalità, ereditata dai nostri progenitori primati e, presumibilmente, rimasta separata da quella degli scimpanzé per tutti i milioni di anni dell’evoluzione umana, si è modificata solo nei millenni trascorsi dalle origini dell’agricoltura, quando l’uomo sviluppò stili di vita che comportavano periodi di separazione forzata tra madri e neonati. Le moderne madri umane hanno dunque acquisito le abitudini di allattamento dei conigli, conservando al contempo la fisiologia lattazionale di scimpanzé e scimmie.